Storia di Altavilla Vicentina
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Altavilla prende nome dal colle
della “Rocca” che domina il territorio e con cui il territorio stesso si
identifica. Infatti i primi abitanti scelsero di stabilirsi in una zona elevata
per poter più agilmente difendersi dai nemici.
Le testimonianze più remote di presenze umane
sul versante nord del colle risalgono all’età del Bronzo(XIV-XII secolo a. C.):
ritrovamenti di frammenti ceramici, reperti in bronzo e pietra fanno
presupporre l’esistenza di un accampamento stabile con capanne intonacate lungo
terrazzamenti.
Successivamente,tra il XI e il X secolo a.C., i
luoghi prima abitati vennero abbandonati.
I Paleoveneti
Pochi reperti di vettovaglie ceramiche
risalenti al V-I secolo a.C. testimoniano come i Paleoveneti si siano insediati
anche in territorio Altavillese
I Romani
L’arrivo dei Romani lascia importanti tracce
riconoscibili ancora oggi. Nel 148 a.C. il console Spurio Postumio Albino dà
inizio ai lavori per la costruzione della via Postumia, pressoché coincidente
con l’attuale SS. 11 che collega Vicenza a Verona, che lambiva le pendici del
colle.
E’ proprio nel periodo della dominazione romana
che si forma dal latino il nome Altavilla(Alta-Villa), ad indicare un
insediamento in una zona elevata, nella parte meridionale del colle. Si suppone
che la cima del colle ospitasse una struttura di avvistamento, una torre per
esigenze di controllo sulla via Postumia, forse un castello ma di questo non si
hanno notizie certe. La presenza romana ad Altavilla è avvalorata dal fatto che
sono stati rinvenuti numerosi reperti di materiale laterizio.
Successivamente alla costruzione di via
Postumia i romani bonificarono la zona circostante in pianura favorendo
l’insediamento.
Oltre alla via Postumia i Romani realizzarono
altri due importanti assi viari ancora oggi percorribili. Una via proveniente
da Lonigo è detta strada del “Melaro” (oggi via Lonigo) così chiamata poiché
lungo la strada esiste una pietra miliare che indica la distanza di sei miglia
da Vicenza. L’altra proviene da Brendola è detta “Perara” e prosegue
all’interno del territorio di Altavilla sino a suddividersi in due rami, l’uno
(oggi via Vicenza) conduceva direttamente alla città, l’altro invece a quella
che oggi è la zona di S. Agostino (la primitiva Valmarana). La strada della
“Perara”, citata nei documenti anche come “Precaria” o “Petraia”, era
lastricata e che nei tempi bui del Tardo Impero e Alto Medioevo veniva
utilizzata come cava di pietre piuttosto che come via di comunicazione.
Anche l’attuale via Cavour risale ai tempi
della dominazione romana, sebbene ora non coincida perfettamente con l’antico
percorso. Un tempo era chiamata via Caldemisio (da Callis de medio) strada di
mezzo in una centuriazione cioè una suddivisione agraria in lotti uguali.
Il castello
Evitando qualsiasi fraintendimento si ricorda
che sulla cima del colle non fu probabilmente mai costruito un vero e proprio
castello, se non forse in epoca romana, ma bensì una struttura fortificata a
scopo difensivo o di avvistamento.
All’anno 1000 risale la concessione di un
diploma al Vescovo di Vicenza Gerolamo da parte dell’Imperatore Ottone III che
assicurò l’egemonia della classe vescovile sul territorio. Il documento dava la
possibilità al vescovo di costruire fortificazioni sul colle per la difesa
dagli Ungari (la costruzione di fortificazioni era storicamente una prerogativa
del sovrano). A questo punto il vescovo mise in atto tutti quei lavori
necessari a plasmare il colle attraverso imponenti lavori di scavo allo scopo
di far emergere la roccia sommitale su cui costruire una “rocca” (rocca deriva
da roccia appunto) e su cui sorge la chiesa. La rocca assunse quindi la forma
di un quadrilatero irregolare largo 11 e lungo 40 metri circa a cui fu
addossata una torre verso nord-ovest. Una cinta muraria lambiva la spianata
della rocca e formava il castrum (fortezza) ancora visibile a sud tra il
vigneto e la chiesa. La rocca e il castrum erano compresi nel castellum che
conteneva il nucleo abitativo formatosi sul colle. Anche questo muro è tutt’ora
visibile. Gli abitanti ottennero così protezione grazie all’intervento
vescovile ma questo determinò la sottomissione al prelato. Di contro la
popolazione potè contare sulla presenza di una rappresentanza in sede di
deliberazione concessa per il fatto di aver contribuito alla costruzione
dell’opera fortificata. Le terre invece erano concesse in affitto.
Tra il XI e il XII secolo gli abitanti si
spostarono dalla cima del colle a zone più lontane grazie al miglioramento
delle condizioni di sicurezza.Pertanto il castello non ebbe più la funzione di
difesa ma probabilmente divenne una fortezza militare, un deposito.
Nel XIII, secolo durante la dominazione di
Ezzelino da Romano, Altavilla fu affidata a Giovanni da Apricena che divenne
capitano della rocca di Altavilla.
L’egemonia vescovile terminò nel 1404 quando
Altavilla fu annessa alla Repubblica Serenissima sino al 1797.
A questo periodo risale la presenza dei nobili
Valmarana-Morosini, eminenti rappresentanti della politica veneziana, che
chiesero all’architetto Muttoni di erigere la loro residenza di villeggiatura
(1724),oggi uno dei monumenti più significativi del paese.
Alla dominazione veneziana si succedettero
quella degli austriaci con l’annessione al Regno Lombardo Veneto, al Regno
Sabaudo, finchè nel 1866 Altavilla entrò a far parte del Regno d’Italia.
Le due guerre mondiali interessarono anche il
territorio di Altavilla che subì numerosi bombardamenti.
Ad Altavilla la prima chiesa di cui si ha
notizia era situata circa in zona pianeggiante a metà strada tra il colle di
Altavilla e quello di Creazzo ed era intitolata a S. Cipriano. E’ probabile che
non sia precedente il VI secolo, epoca in cui si diffuse il culto del santo, e
che si trattasse di una sede pievana.
Un’altra, dedicata a S. Damiano, era situata
tra la ferrovia e la via Postumia lungo il prolungamento di Via Morosini e fu
probabilmente fondata attorno al VII
secolo da parte di missionari orientali impegnati nella conversione dei
pagani.
Successivamente venne edificata sul colle della
“Rocca” la chiesa di S. Felice come conseguenza dello spostamento della sede
della pieve di S. Cipriano dovuta alle incursioni degli Ungari che si facevano
sempre più pressanti tra la fine del IX e la metà del X secolo.
La chiesa di S. Felice dal 1409 venne dedicata
anche a Sant’Urbano e alla fine del Quattrocento venne ampliata per poter
contenere il numero crescente di fedeli. Fu costruito quindi un nuovo edificio,
affiancato al precedente, con fronte orientata a sud (la precedente era
orientata ad est) e venne aggiunto un ingresso. I lavori si conclusero nel
1522.
La chiesa di S. Urbano venne rimaneggiata varie
volte: restaurata nel 1960 dopo un incendio, nel 1700 fu ampliata con
l’edificazione della cappella della Vergine del Rosario, nel 1890 venne
aggiunta una nuova ala.
La chiesa fu sede della parrocchia sino alla
metà dell’900.
L’aumento considerevole ella popolazione e il
conseguente stanziamento in pianura alle pendici del colle, resero necessari la
costruzione della nuova parrocchiale, la chiesa del SS. Redentore. Nel 1970 la
chiesa di S. Urbano venne restaurata e oggi viene utilizzata in occasione di
particolari monti di culto.
Tavernelle è una località che si sviluppa in
epoca romana sull’antica via Postumia come stazione di sosta per i viaggiatori
e i loro cavalli grazie alla presenza delle tabernulae, locande per il ristoro.
Dopo i Romani Tavernelle fu dominata dai
longobardi che occuparono il territorio di Sovizzo, poi dai vescovi, dai
Veneziani, dagli austriaci accentuando il ruolo di centro di ristoro non solo
per i viandanti ma anche per le truppe armate. Proprio nel periodo della
Repubblica Serenissima, nel 1600 la famiglia dei Valmarana eresse la chiesetta
Valmarana-Morosini lungo la statale 11 decorata con tele del pittore vicentino
Giulio Carpioni e del veneziano Emilio Paggiaro.La chiesetta è ancora adibita
al culto sebbene nel 1975 venne eretta la chiesa di SS. Maria Nascente, più
spaziosa per la comunità in aumento.
Nel 1846 viene costruita la stazione ferroviari
Milano-Venezia che passa proprio nel territorio di Tavernelle pertinente al
comune di Altavilla, evento significativo per lo sviluppo economico e sociale
della zona. Nel 1880 venne inaugurata la stazione del tram a vapore della linea
Vicenza-Valdagno-Arzignano soppressa nel 1981 e sostituita con autobus.
Ancora oggi Tavernelle, frazione suddivisa tra
i territori di Sovizzo, Creazzo, Montecchio Maggiore ed Altavilla, è un centro
di passaggio molto trafficato situato com’è lungo la Statale 11 che sopporta il
passaggio di numerosi mezzi di trasporto.
Il nome Valmarana significa “fondo di Mario” e
deriva da Marius anus da cui Marianum o Maranum o Marano. Probabilmente Mario
era il maggior proprietario di terreno coltivato nella zona di S. Agostino.
Infatti in età romana l’attuale colle di Valmarana era coperto da boschi e il
paese si sviluppava in pianura da cui il nome composto Valles Mariana,
Valmarana. Qui sorgeva anche la chiesa di S. Desiderio, ora S. Agostino, sede
del culto degli abitanti di Valmarana dal VII-IX secolo. Dopo il XI secolo la
popolazione si è trasferita sul colle sebbene continuasse a coltivare la terra
in pianura e a frequentare la chiesa di S. Desiderio. Il trasferimento sul
colle fu necessario a causa di ripetute inondazioni che invadevano le zone di
pianura in particolare nel 1084.
Nel 1228 fu probabilmente eretta la chiesa
grazie all’intervento degli abitanti. E fu dedica a S. Biagio per gli attributi
taumaturgici e zoofili.
Nel
1475 la chiesa fu riedificata grazie all’intervento dei Valmarana come
testimonia un’iscrizione all’interno della chiesa. La chiesa di S. Biagio venne
subordinata alla Pieve di S: Felice di Altavilla anche se permane
l’assoggettamento a Vicenza cui Valmarana doveva versare le decime.
La chiesa di S. Desiderio nel frattempo andò in
decadenza e al suo posto venne edificata l’attuale chiesa di S. Agostino
(1323-1357), mentre i beni pertinenti ai Valmarana vennero alienati.